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    26

    Feb

    2013


    Marte: Non è tutto rosso

    marte_rosso.jpg

    Il rover marziano della NASA Curiosity agli inizi di questo mese, con il trapano di cui è dotato, ha effettuato un foro profondo 6,4 cm in un affioramento roccioso che è stato battezzato “John Klein“. Il materiale prelevato, portato a bordo di Curiosity per effettuare le analisi chimiche e mineralogiche, appare di un colore decisamente grigio e non come il familiare color ruggine della superficie marziana.

    Il colore arancio-marrone della superficie di Marte è dovuto ad un sottile strato di polvere che ha subito un processo di arrugginimento a seguito dell’ossidazione del ferro in essa contenuto.
    Il trapano a percussione di cui è dotato Curiosity ha permesso per la prima volta di mettere alla luce l’interno di una roccia marziana. Le analisi della polvere grigia raccolta dal braccio meccanico di Curiosity, che verranno effettuate dai due minilaboratori automatici Sample Analysis at Mars (SAM) e Chemistry and Mineralogy (CheMin), permetteranno di stabilire i legami del ferro con altri elementi in assenza dei processi ossidativi, a cui invece sono sottoposte le superfici delle rocce esposte all’atmosfera marziana.
    Curiosity si è posato sulla superficie marziana all’interno dell’enorme cratere da impatto Gale (154 km di diametro) lo scorso agosto, dando il via ad una missione di almeno due anni il cui scopo principale è quello di determinare se l’area potrebbe aver mai potuto sostenere una qualche forma di vita microbica. Il rover, del peso di una tonnellata, trasporta 10 strumenti scientifici differenti e 17 telecamere, insieme ad altri strumenti, come il suo braccio meccanico alla cui estremità è montato il trapano.
    “Abbiamo raccolto circa un cucchiaio di polvere, che soddisfa le nostre aspettative ed è un grande risultato”, ha detto Scott McCloskey, ingegnere responsabile del trapano di Curiosity. “Siamo tutti molto felici e sollevati che la perforazione sia stato un completo successo.”
    Il team responsabile delle operazioni del rover ritiene che l’area in cui sta lavorando il rover, chiamata Yellowknife Bay, in un remoto passato per lungo tempo è stata soggetta a ripetute fasi di percolazione di acqua allo stato liquido che, quando Marte era più caldo e umido, molto probabilmente scorreva in questa regione, e che quindi, potenzialmente, era più adatta al possibile sviluppo di una qualche forma di attività biologica.

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