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    08

    Apr

    2007


    Le profezie di S. Malachia

    Intorno al 1140 il vescovo Irlandese Malachia profetizò le successioni papali, sino al tempo in cui Pietro sarebbe ritornato sulla terra per riprendere le chiavi della Chiesa; secondo alcuni, queste profezie sono state scritte con la collaborazione ispirata di San Bernardo.
    Furono pubblicate per la prima volta dal benedettino dom Arnold Wion nel 1595 nel suo libro "Lignum Vitae".
    Quello che è strano è che, finora, la stragrande maggioranza di queste profezie si è avverata. Le profezie di Malachia si riferiscono per lo più al luogo di provenienza dei pontefici, allo stemma della famiglia o anche a eventi storici che caratterizzeranno il suo pontificato.

    Nell sue profezie, Giovanni Paolo II (1978 - 2005) viene identificato come "De labore solis".
    Karol Wojtyla verrà ricordato come il papa polacco, e molto probabilmente Malachia si riferisce al fatto che egli proviene da un paese dell'est (levante del sole); ma c'è anche chi ha appuntato l'attenzione sull'enorme lavoro di diffusione della fede intrapreso durante il suo pontificato: egli è il Papa che in assoluto ha visitato più paesi del mondo, ed ha portato la Chiesa a possedere un "regno" su cui sembra non tramontare mai il sole.
    Consultando il registro delle eclissi solari della Nasa si è scoperto un fatto molto curioso, infatti risulta che papa Giovanni Paolo II, nato il 18 maggio 1920, è nato proprio il giorno di una eclissi solare; ed è morto il 2 aprile 2005, giorno in cui non è avvenuta alcuna eclissi. Tuttavia la salma del pontefice è dovuta rimanere esposta alle folle per un periodo insolitamente lungo, per l'eccezionale numero di fedeli presentatisi per rendere l'ultimo saluto. Per tale ragione il funerale e la tumulazione sono avvenuti solo l'8 aprile 2005. Tale giorno è stato anch'esso giorno di eclissi solare.

    L'avvento al soglio pontificio di Benedetto XVI scongiurava le profezie di Malachia e Nostradamus e la conseguente fine del mondo, perché entrambi fanno intendere un "Papa Nero".
    Ora facendo attenzione...allo stemma di Benedetto XVI nel cantone sinistro dello scudo vi è una testa di moro (un re negro) con labbra, corona e collare rosso appunto il DE GLORIA OLIVAE, il PAPA NERO di Malachia prima dell'APOCALISSE.
    Il successore di Giovanni Paolo II, il cardinale tedesco Joseph Ratzinger, viene indicato attraverso il segno dell'ulivo, simbolo di pace: egli stesso nella sua prima Udienza Generale del 27 aprile 2005 ha voluto richiamarsi a Benedetto XV, il Papa che tentò in ogni modo di porre fine alla prima guerra mondiale: "egli", ha detto Ratzinger, "fu coraggioso e autentico profeta di pace, e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra, e poi per limitarne le conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell'armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio". Ma, come è stato segnalato, Benedetto XVI presenta altre sorprendenti attinenze con il motto di Malachia. Innanzitutto i membri dell'ordine benedettino sono noti anche come "olivetani". Ancor più impressionante è il fatto che Ratzinger sia nato nel Sabato Santo del 1927, il 16 aprile, al culmine del periodo pasquale. Tutto il periodo è difatti sotto il segno dell'Ulivo, anche in considerazione del fatto che Gesù e i discepoli risiedettero per tutto il tempo proprio presso il Monte degli Ulivi, dall'ingresso in Gerusalemme fino all'arresto!

    Infine l'ultimo papa Petrus romanus. Il nome è quanto mai suggestivo: Pietro fu il primo pontefice, un altro Pietro sarà l'ultimo. A costui Malachia non ha dedicato un semplice motto, bensì alcuni versi latini: "In persecuione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, ed Judex tremendus judicabit populum suum. Amen."(Durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa, siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia.).
    Josè Mario Bergoglio (Papa Francesco) non ha il colore della pelle nera, ma è comunque un papa nero. Il nuovo Pontefice è un gesuita, proviene cioè dalle fila del potentissimo ordine fondato da Ignazio di Loyola nel 1534 che vanta tra le altre cose una gerarchia molto strutturata con in testa un potente preposito generale, che non a caso viene tradizionalmente chiamato il Papa nero. Attuale preposito generale, in realtà, non è Bergoglio, ma Adolfo Nicolas che comanda su 17.906 gesuiti, di cui 12.737 sacerdoti: un esercito.
    Per qualcuno Papa Francesco sembra citare ai fedeli la profezia, quando, al momento della sua elezione ha spiegato di essere stato scelto dalla fine del mondo.


    Per i più curiosi nella seconda pagina ho inserito anche la sintesi delle profezie di tutti i pontefici precedenti.


    Pagine collegate: Il successore di Ratzinger | Benedetto XVI si dimette

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