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I Cerchi nel grano

cropcircleI “cerchi nel grano” (“Crop Circles”) sono di forma rotonda o ellittica, con un  diametro che varia dai 45 centimetri ai 200 metri, con una dimensione media di  50 metri; sono di una precisione assoluta, con una straordinaria fantasia di  varianti nel disegno.

 

Molto particolare è anche il modo in cui i cerchi vengono tracciati: le piante  di grano vengono piegate delicatamente, tutte nella stessa direzione e mai  spezzate. Continuano infatti a crescere tranquillamente, raggiungendo così  sdraiate, la piena maturazione. Scienziati statunitensi hanno scoperto nelle  piante prelevate dai cerchi notevoli alterazioni fisiche e genetiche, spiegabili  solo con l’irradiazione di microonde a noi sconosciute.

Lo studio dei Crop Circle


Nell’ultimo periodo di tempo, anche grazie agli ultimi cerchi apparsi in tutta  Italia, si è parlato molto dei cropcircles. Mi sembra giunto il momento di fare  un minimo di chiarezza. Per prima cosa chiariamo la faccenda dell’allungamento  dei nodi.

 

Allungamento della spiga dovuto al gravitropismo.

L’allungamento dei nodi a cui fa riferimento il dott. Haselhoff nel suo libro  non ha niente a che vedere con il noto fenomeno del gravitropismo, ossia la  tendenza spontanea delle piante schiacciate a curvare i nodi verso l’alto, in  modo da permettere alla pianta di raddrizzarsi.

La foto sopra e quelle sottostanti mostrano proprio tale fenomeno.

Haselhoff e Levengood hanno ipotizzato che l’allungamento dei  nodi sia dovuto al riscaldamento, con conseguente dilatazione delle cellule,  provocato da microonde emesse da una sorgente elettromagnetica. I dati  sperimentali confermano che l’allungamento dei nodi nella formazione varia con  la distanza dal centro in maniera inversamente proporzionale al quadrato della  distanza, il che fa presupporre ad una sorgente che emette con simmetria  sferica, posizionata al centro della formazione.

           

           

L’allungamento è maggiore al centro e poi decresce con il  quadrato della distanza dal centro, fino a diventare pari a quello del grano  fuori dalla formazione. Le altre “anomalie” riscontrate sono la presenza di  insetti morti attaccati alle spighe e la presenza di sfere di SiO2 sul grano, la  cui formazione può avvenire solo con un forte riscaldamento.

        

          

Molti tendono a giudicare l’autenticità di una formazione in  base al disegno più o meno complicato, il che non è oggettivo. Abbiamo molti  esempi di formazioni complesse.

Per quanto mi riguarda l’autenticità di un cerchio deve essere verificata in  base a dati scientifici ben misurabili e non solo dalla bellezza o dalla  suggestione che un cropcircle può dare. Come si riconosce una formazione  autentica, ammettendo che esista? Sicuramente l’allungamento dei nodi in modo  anomalo rispetto al terreno circostante è un buon indizio, la presenza di mosche  morte attaccate alla spiga per il rostro ne è un altro. Ho sentito spesso  parlare di anomalie nella radioattività naturale, vorrei capire perché  dovrebbero esserci tali anomalie; perché in un cropcircle la radioattività deve  essere diversa? Ma anche se misure rivelassero un effettiva presenza anomala (?)  di radioattività naturale bisogna capire se è dovuta a processi naturali o ad  altro. Si parla anche dei disturbi elettromagnetici presenti solo all’interno  della formazione, anche in questo caso valgono i discorsi fatti per la  radioattività.
Allungamento e tipo di sorgente
Dalla misura dell’allungamento dei nodi all’interno della formazione e in  particolare da come variano con l’angolo e la distanza è possibile risalire  all’andamento dell’intensità della radiazione emessa e quindi al tipo di  sorgente e.m. che ha provocato tale allungamento. Uno dei punti cruciali in tale  approccio è stabilire la relazione che lega l’intensità della radiazione con gli  effetti sul grano. Il dott. Haselhoff ha assunto tale relazione essere lineare,  ma questo è solo una prima approssimazione. Infatti tali relazioni sono molto  spesso complicate e tutt’altro che lineari. Come ogni fenomeno fisico, così  anche i processi e.m. sono soggetti al principio di conservazione dell’energia;  ciò non significa che l’energia del campo e.m. si debba mantenere costante,  perché esso può trasferire energia ad altri sistemi fisici. Ciò che deve  mantenersi costante è la somma di tutte le forme di energia possedute dal campo  e dai sistemi fisici con cui il campo interagisce. Proprio la conservazione  dell’energia implica che per un’onda sferica l’intensità decresca come 1/r^2,  visto che una sfera aumenta la propria superficie in modo proporzionale a r^2;  in tal modo su ogni superficie sferica centrata sulla sorgente l’energia è  costante. In generale pero’ l’onda e.m. emessa da una sorgente anche se  puntiforme (cioè anche se ci si pone ad una distanza da essa molto maggiore  delle sue dimensioni) non può essere approssimata come un’onda sferica. La sua  intensità infatti, benché in ogni determinata direzione decresca come 1/r^2,  dipende in generale dagli angoli q e j che individuano la direzione stessa. Nel  caso ad esempio di un dipolo oscillante l’intensità dell’onda ha simmetria  cilindrica ( non dipende da j ), ma dipende da q, oltreché da r:

 

 

 

 

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