I composti in genere subiscono cambiamenti strutturali, chimici, elettronici ed altri sotto queste condizioni estreme. Contrariamente a quanto si pensava, l’ossido di ferro deriva da uno stato isolante (che non presenta conduzione elettrica) per diventare un metallo altamente conduttore a 590 000 atmosfere di pressione e a temperature di 1648 °C ma senza una modifica alla sua struttura. Studi precedenti avevano portato ad affermare che la metalizzazione in FeO era associata ad un cambiamento nella sua struttura cristallina. Questo risultato indica che l’Ossido di Ferro può essere un isolante e un metallo a seconda delle condizioni di temperatura e pressione.
Gli autori dello studio hanno ricreato in laboratorio le condizioni estreme tipiche delle profondità della Terra. Utilizzando un innovativo metodo computazionale è stato possibile predire l’esistenza di un nuovo tipo di ossido di ferro (FeO), un componente del secondo minerale più abbondante del pianeta. Secondo i ricercatori, a una pressione di 690.000 atmosfere e a una temperatura di circa 1.650 gradi centigradi il FeO non cambia struttura, ma passa dall’essere un materiale isolante a essere un metallo altamente conduttivo.
Questi risultati, spiega Ronald Cohen, coautore dello studio, implicano che a livello della parte più profonda del mantello terrestre l’ossido di ferro conduce l’elettricità, aumentando l’interazione elettromagnetica tra il nucleo liquido della Terra e questa zona del mantello: e questo corrisponderebbe a una nuovo modo del campo magnetico di essere propagato verso la superficie del pianeta.