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Siberia: Voragine misteriosa

cratere-si-apre-in-SiberiaUn cratere dalle dimensioni impressionanti, con un diametro largo fino a 90 metri, ha fatto la sua comparsa in Siberia, nella penisola di Yamal della Russia settentrionale.

Le teorie vanno da una violenta esplosione di metano, un meteorite caduto dal cielo o l’atterraggio di un grosso Ufo, ma considerando che lo Yamal è il principale produttore di gas della Russia la causa potrebbe essere meno fantasiosa e più naturale.

Per questo è stato inviato subito un team di scienziati per cercare di capire le cause di quella che sembra essere una vera e propria esplosione. Gli esperti dicono che la parte esterna del cratere stava ancora bruciando come se una grossa esplosione da sotto avesse causato il tutto, infatti l’oscuramento intorno al bordo interno del cratere starebbe ad indicare un’intensa fiammata, che ha bruciato il terreno intorno.

L’ipotesi principale è quella di un’esplosione causata da una miscela di gas, sale ed acqua provocata dal riscaldamento globale, il gas sarebbe esploso sotto la superficie provocando questo enorme cratere.

Il fenomeno è stato ribattezzato con il nome “The end of the world” (la fine del mondo), per ora possiamo solo attendere aggiornamenti nei prossimi giorni dopo che gli esperti avranno finito di analizzare i campioni di suolo ed acqua raccolti.

Ultimi aggiornamenti

La voragine non è ampia oltre 90 metri, come si era pensato in un primo momento ma circa 30; l’area in cui il suolo si è spaccato, tutt’intorno al cratere, copre nel complesso una superficie di 60 metri di diametro.

Sul fondo del buco profondo una settantina di metri, ci sarebbe un lago ghiacciato, alimentato dall’acqua che – mano a mano che il permafrost è disciolto dal Sole – cade a cascata dalle pareti del cratere. Gli scienziati hanno prelevato campioni di terra, aria e acqua per provare a vederci chiaro sull’origine della misteriosa formazione e sul suo contenuto.

I risultati preliminari indicherebbero che il buco si sia formato negli ultimi due anni: gli esperti stanno passando in rassegna le immagini satellitari per provare a capire esattamente quando. Per gli scienziati ci sarebbe stato un qualche tipo di emissione dall’interno del permafrost, ma non necessariamente un’esplosione come precedentemente ipotizzato, perché non ci sono tracce di sbalzi di calore.

 Alcuni hanno ipotizzato ci sia stato un rilascio di gas dal sottosuolo, magari in concomitanza con le eccezionali annate di caldo del 2012 e del 2013 nella regione, che avrebbero favorito lo scioglimento del permafrost, rendendo il terreno più friabile. La crescente pressione del gas sotterraneo avrebbe compiuto il resto del lavoro. Ma anche questa ipotesi legata al global warming è tutta da verificare.

 

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