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La Terra Cava

Alcuni anni fa, un sottomarino statunitense   ha scandagliato il  fondo dell’Oceano Artico per effettuare l’aggiornamento delle mappe oceaniche, dopo alcuni giorni di perlustrazione il giornale   “Nature” riportò la scoperta di due grandi vulcani sotto la massa di ghiaccio,   dove nessuno aveva mai lontanamente sospettato prima. Si trovano alla profondità   di 3 km e coprono un’area di circa 450 km quadrati di fondale   marino.
terra_cavaUna team di   ricercatori dell’Università di Tulsa, per scoprire cos’altro ci potesse essere sotto il pack artico, partì a bordo di una nave rompighiaccio messa a disposizione   dalla Marina Americana.   Studiarono, oltre alla zona indicata   da “Nature”, anche la dorsale oceanica Gakkel, una catena vulcanica lunga 75.000   Km che si distende per 1.800 Km sotto l’Oceano Artico, dal Nord della   Groenlandia fino alla Siberia. Questa ricerca ha potuto svelare molti misteri di   questa zona eternamente ghiacciata, ma   rimane comunque la parte del pianeta meno conosciuta, per via delle enormi   difficoltà legate al ghiaccio.   Pensando che i due vulcani ritrovati dal sottomarino fossero   un’eccezione, la scoperta di altri dodici sulla dorsale Gakkel lasciò tutti   sbalorditi, tanto più che la zona presenta   perfino molte sorgenti d’acqua calda.   Vulcani sotto il pack artico?   Incredibile? Mica tanto, in fondo, se consideriamo la possibilità di un   precedente slittamento dell’asse terrestre.   Ma… pensate davvero che non ci   sia nient’altro sotto i nostri piedi, oltre a questi vulcani, di cui potremmo   essere ancora all’oscuro?
La teoria della “Terra Cava” viene discussa da più d’un   secolo e riscuote l’attenzione di molti “eretici”. Alcuni ricercatori infatti, ipotizzano che ci siano dei “buchi” ai Poli e in altre zone del nostro   pianeta, da cui individui prescelti (alieni compresi) e navicelle spaziali   entrerebbero e uscirebbero. Si tratterebbe degli accessi a un mondo sotterraneo   in cui avrebbero trovato rifugio alcuni superstiti della precedente catastrofe   in cui scomparve Atlantide.   Logicamente, è inutile dire che per la maggioranza della gente si   tratta di una tesi ridicola.   Molti cambierebbo forse idea se avessero sentito   parlare della forza cosmica misteriosa chiamata Vril… quell’energia dai poteri   straordinari che proviene dall’interno della Terra e sarebbe imbrigliata e   canalizzata tramite lo Djed o Zed, la torre granitica alta una settantina di metri che   si trova all’interno della Grande Piramide di Giza.   Ovviamente, anche in   questo caso siamo… “ai confini della Realtà” o, per meglio dire, in piena   speculazione. Eppure la potenza del Vril esiste, con qualunque nome sia esso   conosciuto: aveva a che fare con le forze Ahrimaiche che la mistica   neo-occultista nazista voleva trovare inviando spedizioni in Tibet alla ricerca   di Shambhala.   E a questo punto, per continuare nella nostra speculazione,   deve aver a che fare con le tecnologie “futuristiche” della Terra Cava che il   colonnello Billie Faye Woodard (in servizio all’Area 51) descrisse con molta   precisione, essendovi stato per ben sei volte. Fu in grado di descrivere   persone, animali, piante e clima…

 

Il pioniere della teoria della Terra Cava   fu l’astronomo e matematico inglese Edmond Halley (1656-1749), famoso per aver   scoperto la celebre cometa che porta il suo nome. Era convinto che all’interno   della Terra ci fosse una potente fonte luminosa, una sorta di “Sole” in grado   d’illuminare e riscaldare tutto il mondo sotterraneo. Le sue teorie fecero molto   scalpore allorché furono pubblicate nel “Philosophical Transactions of the Royal   Society of London”.   Il Capitano americano John Cleves Symmes, il 10 aprile   1818, fece scalpore per aver inviato una lettera contemporaneamente al Congresso   degli Stati Uniti, ad alcuni direttori d’importanti Università e ad un certo   numero di studiosi di spicco. Il testo era questo: “Al mondo intero; io dichiaro   che la Terra è cava e abitabile internamente […]”. Continuava affermando che   la Terra era formata da molteplici sfere concentriche e che ai Poli c’erano due   enormi buchi attraverso i quali entravano atmosfera, terre e mari. Prevedendo la   reazione di chi avrebbe letto la sua lettera, il Capitano Symmes allegò un   certificato medico in cui era scritto che era in possesso delle sue facoltà   mentali.   Assolutamente convinto delle sue idee, nel gennaio del 1823,   richiese al Congresso il finanziamento d’una spedizione per il Polo Sud, che   tuttavia fu respinto. Pubblicò allora le sue teorie in un libro dal titolo   “Theory of concentric Spheres”, che permise in seguito a Joseph Reynolds di   convincere il presidente John Quincy Adams a finanziare la spedizione del 1829,   che fu però un totale fallimento.   Quasi mezzo secolo più tardi, il noto   scrittore esoterista Edward George Bulwer Lytton pubblicò “The coming Race” (La   razza che verrà) in cui affermava che sottoterra vivevano i superstiti d’una   razza superiore che erano scampati al cataclisma che aveva quasi annientato la   civiltà precedente. In questo libro si parlava per la prima volta del Vril, la   forza misteriosa in possesso della razza della Terra Cava…   Nel 1906, lo   scrittore americano William Reed, nel libro “Phantom of the Poles” (Fantasma dei   Poli), continuò a parlare della terra Cava e del suo accesso ai Poli. Le sue   teorie furono confermare e ampliate nel 1920 da un altro scrittore americano,   Marshall B.Gardner, che scrisse “A Journey to the Earth’s Interior” (Viaggio al   centro della Terra). Le convinzioni espresse in questi due lavori, che   ispirarono qualche decennio più tardi scrittori e registi, furono confermate   dalle spedizioni polari del Contrammmiraglio Richard E.Byrd in Artico (1947) e   in Antartico (1956), in cui dichiarò d’essersi spinto per 1.700 miglia oltre il   Polo Nord e per 2.300 oltre il Polo Sud…   Byrd, dopo la prima spedizione,   affermò di essere “entrato” in un territorio misterioso privo di ghiaccio e non   segnato sulle carte, accessibile mediante aperture che conducono   all’interno…   Dopo un primo messaggio radio trasmesso dal suo aereo e un   breve comunicato stampa, le scoperte di Byrd furono tacitate e soppresse dalle   agenzie governative. Ovviamente, visto che non poteva trattarsi della   descrizione della superficie artica!   Byrd aveva parlato di un clima mite e un   territorio verde con laghi, montagne e animali; ne descrisse anche qualcuno.   Dobbiamo pensare che fosse impazzito o piuttosto che avesse scoperto le prove   dell’esistenza della Terra Cava?    Ma all’estremo Nord, non dovrebbe fare più freddo ed   esserci meno cibo? E allora perché tutti gli esploratori nordici, e perfino gli   Inuit (gli esquimesi), riferiscono che più a Nord ci si spinge, più la   temperatura sale (!) a causa di un certo “vento caldo”…   Come mai   all’estremo Nord, dove non ci dovrebbe essere vegetazione, sono stati visti in   varie occasioni uccelli sconosciuti, lepri, api e farfalle? Da dove venivano?   Dove potevano nutrirsi? E da dove venivano i tronchi di conifere, i fiori e i   semi trovati nell’acqua artica? Quale fiume li ha trasportati? E infine, perché   gli iceberg sono fatti d’acqua dolce?   Per le prime domande ognuno può trarre   da sé le sue conclusioni. Per l’ultima, risponderò con le parole di William   Reed: “Gli iceberg si formano nell’interno della Terra, dove la temperatura è   calda; i fiumi scorrono verso la superficie esterna, attraverso l’apertura   polare. Una volta toccato l’esterno, nel Circolo Polare Artico, dove la   temperatura è bassissima, le foci dei fiumi gelano, generando così gli iceberg.   Questo dura per mesi fino a quando, a causa dell’elevamento della temperatura   estiva e del caldo che promana dall’interno, gli iceberg si distaccano dalle   foci e vengono trascinati dall’Oceano”.   La Marina Militare Americana sta cominciando a pensare che sotto il   Polo Nord succedano cose alquanto strane… anche se la NASA ha polverizzato la   teoria della Terra Cava spiegando che i loro satelliti non vedono buchi ai   Poli…   In ogni caso (a prescindere che i vulcani sottomarini dell’Artico   dormano o no), grazie al contributo dell’effetto serra (e di “altro” di cui non   si parla) il pack è arrivato la scorsa estate al suo minimo e sta continuando a   sciogliersi, destando notevole allarme.   Sentiamo parlare continuamente del   riscaldamento globale che sta distruggendo gli ecosistemi.    Qualcuno predisse che la temperatura media della Terra sarebbe potuta aumentare   anche di 10,4 gradi nei prossimi cent’anni. Oggi, alla conferenza mondiale sugli   effetti del clima di Parigi, abbiamo saputo (!) che l’aumento di temperatura   potrebbe toccare i 2 gradi (meno male, evidentemente prima si erano   sbagliati…), mentre le emissioni di CO2 “passate e future”   continueranno a “contribuire al riscaldamento e al rialzo del livello del mare   per oltre un millennio”.   Sappiamo che il ghiaccio si sta sciogiendo in   Antartide e che la neve del Kilimanjaro sta sparendo. A Parigi, in questi   giorni, affermano che il ghiacco sciolto potrebbe far aumentare il livello   marino di 60 centimetri puntualizzando che la colpa è nostra…   Nel 2002, a   una famosa conferenza dell'”American Geophysical Union” tenutasi a San   Francisco, ben 9.000 geofisici convenuti da tutto il mondo concordarono che le   grandi civiltà del passato non scomparvero per aver commesso azioni sbagliate,   ma per dei cataclismi naturali. Questi scienziati sono convinti che il livello   del mare possa aumentare di oltre 6 metri entro l’anno 3000.   Tra un centinaio d’anni, forse,   l’idea di trasferirci sottoterra o di terraformare Marte non sembrerà più così   ridicola come oggi. Però forse sarà troppo tardi.

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