ufo – MondoMisteri http://mondomisteri.altervista.org/blog MondoMisteri: Il portale dei misteri Wed, 29 Jan 2014 22:31:44 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.0.2 /favicon.ico ufo – MondoMisteri http://mondomisteri.altervista.org/blog 32 32 Strane luci prima del Terremoto http://mondomisteri.altervista.org/blog/strane-luci-prima-del-terremoto/ http://mondomisteri.altervista.org/blog/strane-luci-prima-del-terremoto/#respond Thu, 02 Jan 2014 21:36:37 +0000 http://mondomisteri.altervista.org/blog/?p=2366 Sono molte le persone che osservano delle strane luci nel cielo poco prima di un terremoto, sembra che ci sia una spiegazione scientifica che confermerebbe gli avvistamenti.

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luci_terremotoC’è una forma di  “Ufo” ( oggetto non identificato)  che ora ha trovato una spiegazione scientifica. Si tratta di luci nel cielo che a volte sono state viste comparire prima di un terremoto. Ebbene esse non sono il risultato di visionari, bensì di fenomeni che avvengono in prossimità di fratture sub verticali che, muovendosi nella crosta terrestre, producono terremoti. Queste faglie, così sono chiamate le fratture dai geologici, danno vita a correnti elettriche che fluiscono rapidamente in superficie e che una volta nell’atmosfera producono globi luminosi di varie dimensioni.

Si manifestarono anche a L’Aquila

Via Francesco Crispi a L’Aquila. Qui sono state osservate sfere luminose prima del sisma del 2009 Fenomeni luminosi di vario tipo sono spesso stati associati a terremoti prima o durante il loro svolgersi, ma mai dopo.  Questi fenomeni, chiamati anche con la sigla EQL da EarthQuake Light, sono stati osservati anche durante il terremoto de L’Aquila del 2009. In quel caso numerosi testimoni dissero di aver osservato delle sfere di 10 cm di diametro lungo via Francesco Crispi,  in prossimità del centro storico della città. Il 12 novembre del 1988 luci rossastre vennero viste 12  giorni prima del terremoto che interessò la città di Quebec in prossimità del St. Lawerence River. E nel 1906 a 100 km di distanza da San Francisco una coppia di persone disse di aver osservato globi luminosi volteggiare nel cielo qualche giorno prima del violentissimo terremoto che colpì la città degli Stati Uniti. Uno studio presentato oggi su Seismological Research Letters ha passato in rassegna 65 terremoti che hanno mostrato EQL dal 1600 ad oggi e per l’85% dei casi tali luci sono apparse in prossimità di faglie sub verticali. Queste faglie sono la causa del 5% dei terremoti terrestri, ma bel il 97% di casi di luci associate ai terremoti.   L’atmosfera si “infiamma” “I dati sono inequivocabili e sorprendenti. Non sappiamo ancora perché i fenomeni luminosi scemano man mano che le faglie diventano orizzontali, ma questo è quanto”, ha spiegato Robert Thériault, un geologo del Ministère des Ressources Naturelles of Québec e responsabile della ricerca. I terremoti che danno maggiori luci sono quelli che hanno una Magnitudo superiore ai 5 gradi. Secondo il ricercatore le luci si formerebbero in seguito agli stress cui sono sottoposte le rocce poco prima di un terremoto. Tali stress attivano flussi di elettroni che una volta raggiunta l’atmosfera ionizzano l’aria creando “fenomeni di luce” di varie dimensioni. Potranno un giorno anche queste fonti di luce diventare segni premonitori di terremoti? Non è da escludere anche se la distanza dal luogo del sisma sia in tempi spaziali che temporali non permette un allarme preciso dell’intensità del sisma e della localizzazione dell’ipocentro.

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Misteriosa mappa stellare http://mondomisteri.altervista.org/blog/misteriosa-mappa-stellare/ http://mondomisteri.altervista.org/blog/misteriosa-mappa-stellare/#respond Thu, 09 May 2013 08:32:06 +0000 http://misterix.altervista.org/blog/?p=106 In Indonesia alcuni geologi hanno scoperto una pietra con delle misteriose incisioni che raffigurano una mappa stellare simile a quella inviata attraverso la sonda Pioneer 10

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misteriosamappaDalle analisi fotografiche effettuate da alcuni ricercatori e geologi sulle incisioni rinvenute su una pietra scoperta in Indonesia, sembra comparire l’immagine di una mappa misteriosa. Si tratta di un artefatto alieno?

Le fotografie apparentemente mostrano un artefatto di origine sconosciuta. Le immagini recentemente rilasciate dal ricercatore Stephen Hannard (ADG) mostrano due strane rocce fuse che contengono una mappa stellare con strani simboli e sculture.L’oggetto misterioso è stato scoperto dal Sig.CA Castillo,geologo e ricercatore a Kupang in una cava sul mount of Satan,Oesu’u in Indonesia e recuperato nel 1992.

L’aspetto straordinario è che nelle due rocce sono incisi dei simboli che descrivono una sorta di mappa stellare, molto simile a quella disegnata nella placca progettata da Carl Sagan e Frank Drake, collocata a bordo della sonda Pioneer 10, lanciata nel 1972.

Il manufatto possiede inoltre anche un campo magnetico, che sembra essere emanato dalle rocce. Questa anomalia si può riscontarre quando queste rocce si trovano in prossimità di apparecchi elettrici o elettronici.

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Messaggio Alieno nel DNA http://mondomisteri.altervista.org/blog/messaggio-alieno-nel-dna/ http://mondomisteri.altervista.org/blog/messaggio-alieno-nel-dna/#respond Sat, 06 Apr 2013 17:55:20 +0000 http://mondomisteri.altervista.org/blog/?p=206 Due astrofisici ipotizzano che il messaggio intelligente lasciato nel nostro DNA è scritto con una semantica e una matematica che non possono essere spiegate con la teoria classica dell'evoluzione darwiniana.

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dna_alienoLa risposta alla domanda se siamo soli nell’universo, piuttosto che dalla ricerca nel cosmo, potrebbe essere proprio sotto il nostro naso, più letteralmente, all’interno di ogni cellula del nostro corpo.

Lo scienziato Sam Chang crede che le cosiddette sequenze non codificanti del DNA umano, ovvero quello che si pensava essere Junk (spazzatura), non sono altro che il codice genetico di forme di vita extraterrestri. In pratica gli ET sarebbero  nostri “Programmatori extraterrestri” Le sequenze non codificanti sono comuni a tutti gli organismi viventi sulla Terra, dalle spore (muffe) fino ai pesci, come per l’uomo, nel DNA umano esse costituiscono gran parte del genoma totale, come asserisce il Prof. Sam Chang, il capo del Team di scienziati. Sequenze non codificanti, originariamente conosciute come “DNA spazzatura”, sono stati scoperte anni fa, e la loro funzione è rimasta un mistero. La stragrande maggioranza del DNA umano è di un altro Mondo.

Questo specie di “griffe” sarebbe il timbro indelebile di una civiltà extraterrestre che ci ha preceduto di molti milioni o miliardi di anni. L’impronta biologica nel nostro genoma, sarebbe l’eredità lasciata da questa remota civiltà alla Via Lattea.

 

Due astrofisici ( Vladimir I. e Maxim A. Makukov ) ipotizzano che il messaggio intelligente lasciato nel nostro DNA è scritto con una semantica e una matematica che non possono essere spiegate con la teoria classica dell’evoluzione darwiniana.

Come riporta l’articolo di Discovery News, Shcherbak e Makukov lo chiamano SETI biologico, affermando che questo sistema di comunicazione è molto più duraturo ed efficace rispetto alla possibilità di rilevare gli alieni attraverso la ricezione di un una trasmissione radiofonica extraterrestre. Così scrivono sulla rivista Icarus:

“Una volta fissato, il codice rimane immutato attraverso i tempi cosmologici, infatti si tratta del sistema più durevole conosciuto. Quindi rappresenta una memoria eccezionalmente affidabile per una firma intelligente.

Una volta che il genoma è opportunamente riscritto, il nuovo codice con il “marchio di fabbrica” rimarrà congelato nella trasmissione del DNA alle successive generazioni, venendo tramandato attraverso lo spazio e il tempo”.

Per sostenere tale ipotesi, i modelli di codice genetico devono essere statisticamente molto significativi e intelligenti, cioè devono essere in possesso di caratteristiche che sono incompatibili con qualsiasi processo naturale, spiegano gli autori.

Secondo l’analisi dettagliata dei due ricercatori, il genoma umano mostra un’approfondita precisione nell’ordine di mappatura tra i nucleotidi del DNA e gli aminoacidi.

“Alcuni semplici accorgimenti nel codice rivelano un insieme di modelli aritmetici e ideografici che fanno pensare ad un linguaggio simbolico”, continuano i due. “Accurati e sistematici, questi modelli appaiono come il prodotto di una precisione logica e informatica non banale”.

L’interpretazione del dati porta i due ricercatori ad una conclusione straordinaria:

“Il nostro codice genetico sembra essere stato inventato al di fuori del Sistema Solare già diversi miliardi di anni fa”.

La conclusione di Shcherbak e Makukov, in effetti, sembra appoggiare la teoria della panspermia, l’ipotesi secondo cui la vita sulla Terra sarebbe stata seminata dallo spazio. Ma ci sono altri indizi che possano sostenere le conclusioni dei due astrofisici?

 

Materiale “strano” nel nostro DNA

Una ricerca pubblicata su Nature nel 2012, condotta da Robert Gifford, paleo virologo presso Aaron Diamond AIDS Research Center, e John Coffin, virologo alla Tufts University School of Medicine di Boston, rivela che tutti noi potremmo essere meno umani di quanto pensiamo.

Lo studio spiega che il genoma umano è in parte un virus, per la precisione il Bornavirus, portatore di morte per cavalli e pecore. Sembra che 2 milioni di anni fa, questo virus abbia inserito parte del suo materiale genetico nel nostro DNA.

La scoperta dimostra come questi virus di tipo RNA possono comportarsi come i retrovirus (ad esempio HIV) ed integrarsi stabilmente come ospiti dei nostri geni. Questo lavoro di ricerca potrebbe consentire di capirne molto di più sulla nostra evoluzione, rivelando come il mondo attuale sia anche il frutto del lavoro di un virus contenuto in ognuno di noi.

“La conoscenza di noi stessi come specie è stata leggermente mal interpretata” afferma Robert Gifford. Insomma non abbiamo tento conto che il DNA umano si evoluto anche grazie al contributo di batteri ed altri microrganismi e che le nostre difese immunitarie hanno fatto ricorso a quel materiale genetico per difendersi dalle infezioni. Sembra che fino all’8% del nostro genoma potrebbe ospitare materiale genetico dei virus.

In uno studio parallelo, alcuni ricercatori Giapponesi hanno trovato copie di un gene del Bornavirus inserite in almeno quattro zone diverse del nostro genoma. Ricerche condotte su altri mammiferi hanno rivelato la sua presenza in una vasta quantità di specie per milioni di anni.

“Hanno fornito le prove di un reperto fossile con tracce del Bornavirus”, afferma John Coffin, virologo alla Tufts University School of Medicine di Boston e coautore dello studio “Questo ci dice anche che l’evoluzione dei virus non è andata come pensavamo”.

Gli scienziati sostengono che il questa  “infezione preistorica” potrebbe essere una fonte di mutazione umana, specialmente nei nostri neuroni. E se invece di una “infezione” si trattasse del “marchio di fabbrica” ipotizzato da Shcherbak e Makukov?

 

Gli alieni potrebbero somigliarci più di quanto pensiamo

In un episodio di Star Trek The Next Generation – Il segreto della vita – si ipotizza che tutte le razze aliene, umani compresi, discendano da unica specie antica che per prima ha abitato l’universo, condividendo buona parte del codice genetico e facendo di tutte le specie senzienti un’unica grande famiglia cosmica.

L’idea è perfetta per un episodio di fantascienza in puro stile “ecumenico” startrekkiano, ma per il direttore dell’Istituto sulle Origini della McMaster University, Ralph Pudritz, l’idea che gli alieni possano essere simili a noi non è così fantasiosa.

Abbiamo sempre immaginato la vita senziente extraterrestre come qualcosa di completamente “aliena” rispetto alla vita umana. Eppure, secondo lo studio dello scienziato americano, esiste una struttura di “Dna universale”, che accomuna gli esseri umani e gli extraterresti.

La teoria si basa sulla ricerca, attualmente in corso, sugli amminoacidi che sono le 20 sostanze chimiche standard che compongono il DNA, molecola dalla quale dipende la vita umana. Di questi 20 amminoacidi, ne esistono 10 che, secondo i ricrcatori, si sarebbero formati milioni di anni fa nello spazio profondo.

Secondo Pudritz, siccome queste 10 sostanze chimiche hanno bisogno di meno calore e di una pressione inferiore rispetto a quella richiesta dagli altri aminoacidi più complessi, la loro capacità di sopravvivenza in ambienti ostili è notevolmente superiore, tale da poter esistere anche sulla superficie di un meterorite.

Infatti, secondo alcune teorie, la vita sul pianeta Terra, come anche su altri possibili pianeti abitabili, sarebbe giunta grazie alla caduta di antichi meteoriti sui quali erano presenti i componenti fondamentali della vita, appunto gli amminoacidi. “Questi 10 agenti chimici potrebbero essere adatti a rendere più efficienti i codici genetici, a seconda dell’ambiente di sviluppo”, continuato Pudritz.

Anche se nessuna prova empirica è stata ancora presentata a sostegno della teoria di Pudritz, non c’è dubbio che la questione pone interessanti quesiti sull’origine della specie umana. Ma secondo il ricercatore americano, sarebbe sbagliato immaginare degli alieni perfettamente uguali a noi: “Credo che non possiamo fare alcun tipo di previsione sull’aspetto degli extraterrestri. Ci sarebbero comunque delle differenze generate dall’ambiente specifico di sviluppo della specie”.

Questa affascinante teoria, se venisse confermata, avvalorerebbe anche la tesi dei Teorici degli Antichi Astronauti, secondo la quale, in antichità, alcuni extraterrestri in visita sul pianeta Terra, contribuirono all’evoluzione e allo sviluppo di una civiltà umana sul nostro pianeta.

Se così fosse, l’umanità non solo non si ritroverebbe più ad essere l’unica specie ad abitare l’Universo, ma farebbe parte di una vera e propria famiglia cosmica di dimensioni… universali!

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Pier Fortunato Zanfretta http://mondomisteri.altervista.org/blog/pier-fortunato-zanfretta/ http://mondomisteri.altervista.org/blog/pier-fortunato-zanfretta/#respond Tue, 25 Sep 2012 09:34:56 +0000 http://mondomisteri.altervista.org/blog/?p=601 Il metronotte è stato colpito da un aneurisma celebrale al seguito del quale è stato sottoposto ad intervento chirurgico. Ripresosi dal coma farmacologico, Fortunato ha detto di non ricordare nulla ed ha mostrato segni di miglioramento interagendo con i familiari e con gli amici.

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Zanfretta colpito da aneurisma

Pier Fortunato Zanfretta, il più celebre testimone italiano di un presunto incontro con gli alieni, è stato colpito qualche giorno fa da un aneurisma celebrale e sta lottando per la vita in un letto d’ospedale. Le ultime notizie danno una condizione in discreto miglioramento, con un Zanfretta risvegliato da un coma farmacologico che “dice di non ricordare, nulla”, secondo le voci che trapelano dal Centro Ufologico Nazionale che sta seguendo da vicino la vicenda. Figli e altri amici non stanno facendo mancare il proprio appoggio all’ex metronotte. Si spera che tutto evolva in una ripresa senza danni neurologici da questa brutta avventura. Per Zanfretta l’ultimo episodio negativo di una vita travagliata.
La situazione clinica di Pier Fortunato Zanfretta resta stabile, pur nella sua gravità. I medici stanno cercando di drenare il sangue fuoriuscito dall’aneurisma cerebrale, attraverso una cannula. Se, come si spera, si riuscirà a bloccare l’ematoma, si potrà parlare dell’inizio di una guarigione. Una valutazione in questo senso verrà fatta tra circa una settimana. Intanto Piero dice di sentire forti mal di testa, che vengono sedati con la morfina. Fortunatamente la sua forte fibra reagisce alla terapia. I figli sono gli unici ammessi nella stanza dove è ricoverato e gli stanno molto vicino. L’affetto, compreso quello dei tanti che gli sono amici e lo conoscono, non gli manca.

19 Dic 2001

Il caso Zanfretta: La storia

zanfrettaTra  il 1978 e il 1980 la guardia giurata Piero Fortunato Zanfretta si trovò al  centro di una vicenda alquanto clamorosa che venne seguita dai media sia a  livello nazionale che internazionale. Tutto cominciò nella notte tra mercoledì 6  e giovedì 7 dicembre 1978 quando Zanfretta, allora dipendente dell’Istituto di  vigilanza “Val Bisagno” di Genova, fu trovato in stato di choc e in preda ad un  indicibile terrore nei pressi della villa “Casa Nostra” di Marzano di Torriglia,  un piccolo centro sulle alture del capoluogo ligure. Quando si riprese,  Zanfretta raccontò tremando di aver visto “un essere enorme, alto circa tre  metri, con la pelle ondulata, come se fosse grasso o tuta molle, comunque  grigia” che subito dopo volò via “in una gigantesca luce a forma di triangolo  sormontata da lucette di diverso colore”.
Sottoposto ad ipnosi regressiva nello studio del medico genovese Mauro Moretti,  l’uomo non solo confermò la sua avventura, ma disse di essere stato trascinato  sulla “astronave” da quattro esseri mostruosi che lo avrebbero minuziosamente  esaminato. Un’inchiesta dei Carabinieri, condotta dall’allora brigadiere Antonio  Nucchi, comandante la stazione di Torriglia, accertò che 52 testimoni avevano  osservato un enorme disco volante volteggiare in quelle ore su Torriglia. Tra  questi, anche il sindaco e il parroco del paese. Inoltre sul prato dove  Zanfretta fu ritrovato dai suoi colleghi, i Carabinieri scoprirono una traccia a  forma di ferro di cavallo di 2 metri per 3. Non si era ancora spenta l’eco di  quel misterioso “incontro ravvicinato del terzo tipo”, che dopo venti giorni  l’esperienza si ripeteva. Questa volta i Carabinieri scoprirono accanto alla  Fiat 127 del metronotte orme lunghe oltre 50 centimetri.
Fu l’inizio del caso Zanfretta. Una storia che durò, a più riprese, circa due  anni per un totale di cinque “incontri” con i presunti “alieni”. Una storia che  coinvolse non solo le guardie giurate dell’Istituto di vigilanza “Val Bisagno” e  i Carabinieri, ma anche la Polizia e la Magistratura, visto che la Procura di  Genova aprì un fascicolo su questo caso e più tardi lo archiviò per “mancanza di  estremi di reato”.
La storia di Zanfretta fu divulgata in un primo tempo a livello nazionale da  Enzo Tortora che volle il metronotte nel suo “Portobello”, la trasmissione  televisiva più seguita negli anni Ottanta. Successivamente i numerosi articoli  pubblicati su di lui dalle riviste nazionali, vennero ripresi anche all’estero  un po’ ovunque nel mondo. In particolare il “National Enquirer”, settimanale  popolare a larghissima tiratura (circa cinque milioni di copie) negli Stati  Uniti, si occupò a più riprese di Zanfretta dedicandogli anche una copertina.  Zanfretta venne inoltre esaminato da personalità come il professor Cesare  Musatti, il padre della psicanalisi italiana, e dal professor Marco Marchesan,  titolare del Centro Internazionale di Ipnosi Medica e Psicologica di Milano, i  quali affermarono che l’uomo non mentiva. Proprio per dimostrare la sua buona  fede, Zanfretta si fece sottoporre da Marchesan al Pentotal, il siero della  verità, che dimostrò come il racconto non fosse frutto di menzogne o inganni.  Inoltre in più occasioni venne dimostrato che ciò che Zanfretta raccontava in  ipnosi aveva riscontri precisi nella vita reale.
La notte tra il 2 e il 3 dicembre 1979, ad esempio, quattro metronotte si  trovavano su due auto sulle alture di Marzano di Torriglia in cerca di  Zanfretta, quando improvvisamente vennero illuminati a giorno da due fari che si  accesero da una nuvola ferma nel cielo e i motori delle loro auto immediatamente  si bloccarono. Subito i quattro uscirono dai veicoli terrorizzati dallo strano  fenomeno. Il loro comandante, Giovanni Cassiba, estrasse allora la sua calibro  38 e fece fuoco contro i fari nella nuvola. Quandò esaurì i colpi, prese la  pistola di uno dei metronotte e scaricò anche quella verso il cielo. Infine i  fari si spensero e la nuvola si mosse lentamente in direzione del mare.
Durante l’ipnosi cui si sottopose la sera del 3 dicembre 1979, Zanfretta non  solo riferì di aver visto i suoi colleghi sparare mentre si trovava a bordo del  disco volante (nessuno lo aveva informato dell’episodio), ma affermò anche che  gli “alieni” si erano recati in Spagna dove i loro dischi volanti avevano  spaventato della gente. L’indomani mattina (4 dicembre 1979) il servizio  internazionale dell’Ansa mise in rete una notizia nella quale si diceva che il  pomeriggio precedente a Guadalajara, in Spagna, un medico dentista e la sua  famiglia erano finiti fuori strada con l’auto, spaventati dalle evoluzioni di un  disco volante sulla loro testa.
Inoltre diversi testimoni oculari affermarono di aver visto un grosso disco  volante luminoso nei posti dove avvennero gli altri episodi. Da notare poi che  nelle ultime ipnosi Zanfretta cominciò a parlare una lingua incomprensibile e,  con grande sorpresa del dottor Moretti, il medico che conduceva le sedute,  sfuggì completamente al suo controllo.
Il libro scritto dal giornalista Rino Di Stefano, caposervizio della redazione  regionale ligure del quotidiano nazionale “Il Giornale”, venne pubblicato per la  prima volta nel 1984. Nel 1991 il volume venne presentato alla stampa  internazionale nel corso del Primo Convegno Mondiale di Ufologia a Tucson, in  Arizona. Seguì una seconda edizione negli anni Novanta e infine una terza,  quella attuale, con i risvolti internazionali del caso Zanfretta. Infatti del  metronotte, che sostiene di conservare in un posto segreto una misteriosa sfera  che gli sarebbe stata consegnata dagli “alieni”, si è occupato un miliardario  americano che ha inviato due suoi emissari in Italia per convincere Zanfretta a  collaborare con la sua organizzazione per un non meglio definito “progetto”. Pur  avendogli promesso forti somme di denaro e un cospicuo vitalizio, Zanfretta si è  rifiutato e non ha mai fatto vedere la sua sfera a nessuno.
Rino Di Stefano Nato nel 1949 a Genova, laureato in Giornalismo negli Stati  Uniti, Rino di Stefano è giornalista professionista, autore di saggi, romanziere  e traduttore. Attualmente è caposervizio presso la redazione genovese del  quotidiano nazionale “Il Giornale”. Per i tipi De Ferrari ha pubblicato  “Soluzione Virale”; “Mia cara Marion…Dal carcere alla Repubblica: gli anni bui  di Sandro Pertini nelle lettere alla sorella”; “Oltre l’orizzonte. Dal passato  al futuro nell’avventura politica di Claudio Scajola”.

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Cerchi sottomarini http://mondomisteri.altervista.org/blog/cerchi-sottomarini/ http://mondomisteri.altervista.org/blog/cerchi-sottomarini/#respond Mon, 24 Sep 2012 12:26:46 +0000 http://mondomisteri.altervista.org/blog/?p=639 Durante un'immersione nelle acque di Amami Oshima, Yoji Ookata, esperto sommozzatore e fotografo subacqueo, si è imbattuto in bizzarre formazioni circolari disegnate sul fondale sabbioso.

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watercircleIn questi giorni, in rete si è discusso su cerchi alquanto strani, sott’ acqua, durante un’immersione nelle acque di Amami Oshima, Yoji Ookata, esperto sommozzatore e fotografo subacqueo, si è imbattuto in bizzarre formazioni circolari disegnate sul fondale sabbioso, a circa 25 metri di profondità dalla superficie.
Queste formazioni circolari, del diametro di 60-70 centimetri, sembravano essere state meticolosamente disegnate sulla sabbia in modo tale da creare creste simmetriche disposte in cerchi concentrici. Il “crop circle” è stato disegnato sul fondo del mare 25 metri di profondità d’acqua. In cima alla sabbia bianca, bella modello circolare di circa 2 m di diametro sono emersi. Quando viene visualizzato in dettaglio, la parte esterna è circondata da montagne su tutti i lati, un doppio, un sacco di scanalature sono incise irradiano dal centro. Realizzato in modo da poter utilizzare lo strumento, però, si tratta di un pattern geometrici artistiche.
L’origine di questi “disegni” di straordinaria bellezza è rimasta per qualche tempo un mistero, fino a quando Ookata ha deciso di scoprire l’artista che si celava dietro a queste opere d’arte di fondale.
Le telecamere di Ookata hanno mostrato che l’artista è un pesce palla che, con l’aiuto di una sola delle sue pinne, lavora notte e giorno per creare queste strutture circolari. Non solo: questi pesci sono stati osservati mentre spaccavano alcune conchiglie con il loro becco per ottenere piccoli frammenti da utilizzare (apparentemente) come decorazione dei disegni.

La località dei disegni nella sabbia, Amami Oshima, è un’isola semi-tropicale che fa parte del gruppo delle Isole Amami, nell’archipelago giapponese di Ryukyu. Tra le specie che popolano quella regione del Pacifico ci sono anche quelle appartenenti alla famiglia dei Tetraodontidae, comunemente noti come pesci palla.

Al contrario di quanto si possa essere portati a pensare, non tutti i pesci palla sono velenosi, e non tutti i pesci palla velenosi dispongono di una tossina tale da uccidere un essere umano. In questo caso, tuttavia, non è la tetradotossina ciò che ci interessa, ma la ragione che spinge un pesce palla a creare complicati cerchi nella sabbia.

Per quale motivo un pesce palla dovrebbe prendersi la briga di disegnare nella sabbia forme di questo genere? Come in molti altri strani comportamenti del regno animale, anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una strategia riproduttiva.
La femmina di questa particolare specie di pesce palla (specie non specificata, ma pare simile ad un Takifugu vermicularis), infatti, sembra essere ipnoticamente attratta dai disegni nella sabbia; i maschi, quindi, non fanno altro che attrarre una femmina tramite le loro composizioni artistiche e la guidano alla deposizione e fecondazione delle uova al centro del cerchio nella sabbia che hanno appositamente creato.

In genere, la riproduzione della maggior parte delle specie di pesce palla avviene tramite un corteggiamento fisico in cui il maschio espone la propria “mercanzia”, guidando nel frattempo la femmina verso un riparo in cui farle deporre le uova.

La specie di pesce palla osservata da Ookata sembra aver elaborato una strategia del tutto differente durante i suoi ultimi 80-100 milioni di anni di evoluzione.

La serie di creste che decorano i cerchi non hanno solo una funzione visiva: servono soprattutto per mitigare le correnti oceaniche, proteggendo le uova ed evitando di esporle a potenziali pericoli.
Anche le conchiglie frantumate sembrano avere un altro scopo oltre a quello decorativo, visto che potrebbero essere la prima fonte di nutrienti a disposizione dei nascituri.

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Testimonianza di un Lettore http://mondomisteri.altervista.org/blog/testimonianza-lettore/ http://mondomisteri.altervista.org/blog/testimonianza-lettore/#respond Thu, 06 Sep 2012 12:41:07 +0000 http://mondomisteri.altervista.org/blog/?p=651 Magari di queste storie ne avete sentite tante ed anche fasulle, ma la mia vi assicuro che non è assolutamente inventata. Ti allego anche la lastra di una risonanza magnetica che ho fatto circa un anno fà; e dalla quale risulta che io avrei una sfera metallica nel collo.

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(MR) PosDisp: [7In questi giorni ho ricevuto la mail di un lettore (Bruno), con dei file allegati chiedendomi di pubblicare la sua esperienza personale e ho deciso di pubblicare tutta la storia integralmente.
Ringrazio Bruno per aver condiviso la sua esperienza.

Ciao,
magari di queste storie ne avete sentite tante ed anche fasulle, ma la  mia vi assicuro che non è assolutamente inventata! Ti allego anche la  lastra di una risonanza magnetica che ho fatto circa un anno fà e  dalla quale risulta che io avrei una sfera metallica nel collo..( no  comment), anche se prima o poi dovrò decidermi a farla asportare x  levarmi ogni dubbio sulla sua provenienza. Le altre due foto invece le  ho scattate qualche anno fà dalle mie parti e gli oggetti che si  intravedono a me non sembrano molto terrestri e cmq lascio a te  giudicare.  Un saluto,  Bruno.

Eccomi quà..
Dunque, stiamo parlando di molti anni fà quando avevo appena nove anni, in un tiepido pomeriggio di primavera. Il ricordo di quel giorno è talmente nitido che mi viene da rabbrividire.. stavo giocando nel prato davanti a casa mia, quindi lontano poco più di venti metri e ad un certo punto è come se fosse scomparso tutto attorno a me e quello che mi circondava era qualcosa di indefinito con un forte odore acre, simile alla nebbia.. molto acre. Vuoi sapere cosa mi è successo? Non lo so, so solo che sentivo mia madre che ogni tanto mi chiamava ma io non le potevo rispondere xk probabilmente non ero più materialmente in quel prato! Da quel momento sono passate circa tre ore interminabili, nelle quali mia madre ha continuato a chiamarmi senza avere mai alcuna risposta da me ed all’improvviso, come per magia, mi sono ritrovato di nuovo a casa, in quel prato, ma era successo qualcosa di molto strano e di cui non ricordavo assolutamente niente ma che in qualche modo mi aveva sconvolto xk sentivo, dentro di me, di non essere più lo stesso di prima, nel senso che, a parte la confusione che avevo in testa e mia madre che continuava a chiedermi dove fossi stato, mi stava uscendo del sangue dal naso ed oltre a quello, la cosa che più mi ha sconvolto, anche perché la ricordo come fosse accaduto ieri, è stato qualcosa che è uscito, sempre dal naso e delle dimensioni di un fagiolo… a cui, però, dato lo stato in cui ero non avevo dato peso! A quel punto, ho provato a rispondere a mia madre ma la mia voce era debole e tremolante oltre che ad essere diversa da quella abituale che avevo a quell’età, panico assoluto! E mia madre che continuava a chiedermi che cosa avessi combinato! Da parte mia, naturalmente nessuna spiegazione perché non sapevo darne alcuna.. il giorno dopo ricordo di essere stato a fare una visita dall’ottorino-laringoiatra perché la gola mi faceva male e non riuscivo a parlare: responso, corde vocali “incrinate” e voce cambiata definitivamente, stando al dottore per avere gridato troppo forte! (mi sono sempre domandato perchè o per che cosa..) Quelle tre ore, mi hanno cambiato la vita e causato strani sogni, anzi, in particolare un incubo, tutte le notti, per quindici lunghi anni ed ancora oggi ricordo molto bene quello che sognavo e sento anche spesso l’odore acre di quella strana nebbia.. e ci sarebbero altre cose, di cui almeno per adesso non mi và di parlare o delle quali forse te ne parlerò più avanti.. x ora penso che basti ed avanzi e riscrivere queste cose ti assicuro che mi ha fatto rivivere quegli incubi e che mi ha fatto stare molto….male.
Bruno.

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I segreti Puma Punku http://mondomisteri.altervista.org/blog/i-segreti-puma-punku/ http://mondomisteri.altervista.org/blog/i-segreti-puma-punku/#respond Sat, 11 Aug 2012 12:47:17 +0000 http://mondomisteri.altervista.org/blog/?p=655 Uno degli enigmi più sconcertanti di Puma Punku è la precisione millimetrica con la quale sono stati realizzati i blocchi di pietra a forma di H, Come hanno fatto gli uomini del neolitico ad ottenere una tale precisione?

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pumapunkuPuma Punku, in Bolivia, è uno dei siti archeologici più intriganti e misteriosi dell’antichità. Posizionato sull’altopiano andino ad un’altezza di 4000 metri, con i suoi 14000 anni di età, si stima che quelle di Puma Punku siano tra le rovine più antiche delle Terra. Nella lingua Aymara, il suo nome significa “La porta del Puma”.

Nessuno sa chi ha progettato e costruito Puma Punku, ne quale fosse il suo utilizzo. Se è vero,  che il sito risale al 12000 a.C., come hanno fatto gli uomini del neolitico a scolpire le enormi lastre di Puma Punku con una precisione millimetrica? E quale è stata la causa delle distruzione del sito? Chi ha costruito Puma Punku, antichi esseri umani tecnologicamente avanzati, oppure antichi astronauti in visita sulla Terra? A queste domande, e a molte altre, gli archeologi non sanno rispondere, ma una nuova scoperta potrebbe fornire nuove e inattese risposte.

Uno degli enigmi più sconcertanti di Puma Punku è la precisione millimetrica con la quale sono stati realizzati i blocchi di pietra a forma di H, tutti delle stesse dimensioni. L’impressione che si ha, è quella di produzione in serie, come se si fosse utilizzato uno stampo. La levigatura dei blocchi è incredibilmente liscia, i solchi millimetrici praticamente perfetti e le scanalature negli angoli dei blocchi di pietra fanno immaginare una sorta di assemblaggio ad incastro. Come hanno fatto gli uomini del neolitico ad ottenere una tale precisione? I blocchi di Puma Punku sono fatti di granito e di diorite. La diorite è una roccia di origine vulcanica dura quasi come il diamante. Inoltre, le cave di diorite più vicine al sito si trovano ad oltre 60 km di distanza. Come hanno fatto a trasportare quei blocchi di pietra di svariate tonnellate su un percorso così lungo? Nelle leggende dei locali, si racconta che il vicino tempio di Tiahuanaco (o Tiwanaku) sia stato costruito in un antico passato dagli uomini del posto per commemorare l’arrivo degli dei del cielo nella vicina Puma Punku.

Quando i conquistadores scoprirono il sito, chiesero agli inca cosa fosse Puma Punku ottenendo questa risposta: “Non l’abbiamo costruita noi e neanche i nostri padri. L’hanno costruita gli dei in una sola notte”. E’ possibile che Puma Punku sia stata costruita da antichi extraterrestri venuti sulla Terra e scambiati per divinità dai nostri antenati a causa della loro tecnologia avanzata? Oppure, gli dei di cui parlano gli inca non sono altro che gli antichi superstiti di Atlantide, impegnati a ricostruire la civiltà umana dopo il disastro del Diluvio Universale?

 

La camera segreta di Puma Punku

A questa, e ad altre domande, sperano di poter rispondere un gruppo di archeologi guidati da Domingo Mendoza. Utilizzando un radar penetrante (GPR), il team ha scoperto una grande anomalia nel sottosuolo di Puma Punku. Gli archeologi ritengono che si tratti di una camera artificiale realizzata dai costruttori del sito e che, probabilmente, si tratta di una tomba.

In una dichiarazione rilasciata a un giornale locale, il dott. Mendoza ha fornito alcuni dettagli della scoperta: si tratta di uno spazio che si trova ad una profondità di 4 metri, per poi sviluppparsi fino a 11 metri; la camera è grande 4 metri per 5 e sembra essere vuota, a parte un unico grande oggetto rilevato dal radar, che gli archeologi pensano essere un sarcofago.

Il team è attualmente alla ricerca di una società di perforazione che possa creare un piccolo foro nella camera, in modo da poter inserire una piccola videocamera e capire esattamente la vera natura dell’anomalia. Se tutto procede secondo la tabella di marcia che si è dato Mendoza, le prime risposte dovrebbero arrivare entro le prossime settimane. Se la camera dovesse confermarsi di origine artificiale, non è escluso che possa organizzarsi anche una campagna di scavi per chiarire definitivamente il mistero.

Siamo sull’orlo di una scoperta incredibile? I misteri di Puma Punku potrebbero essere finalmente svelati? Riusciremo a trovare le prove di un antico intervento alieno nella costruzione del sito? Il Navigatore curioso rimane con le antenne puntate per seguire i risvolto di questa entusiasmante scoperta.

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Ufo nel Giappone Antico http://mondomisteri.altervista.org/blog/ufo-nel-giappone-antico/ http://mondomisteri.altervista.org/blog/ufo-nel-giappone-antico/#respond Wed, 07 Dec 2011 16:12:18 +0000 http://mondomisteri.altervista.org/blog/?p=685 Tracce di Ufo ritrovate nell'antico Giappone, in un vecchio documento viene descritto un incontro ravvicinato su una spiaggia giapponese nel 1803, il manoscritto racconta le storie di marinai giapponesi che si trovarono in terre straniere dopo essersi persi in mare

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ufoanticogiapponeLa Biblioteca Iwase Bunko è in possesso   di un documento intitolato Hyouryuukishuu (“Diario e racconti dei naufraghi”),   che è stato stampato nel corso del tardo periodo Edo (1603-1868). Il documento   racconta le storie di marinai giapponesi che si trovarono in terre straniere   dopo essersi persi in mare, così come stranieri naufraghi approdati sulle   spiagge del Giappone. Per il popolo giapponese, che all’epoca viveva in un   prolungato periodo di isolamento nazionale, questi racconti esotici devono   essere sembrati molto fantastici. Ma oggi queste storie sono state ristudiate e   tra queste storie vi è il racconto di una nave naufragata, con un aspetto molto   misterioso. Secondo il documento, questa nave è spiaggiata a Harashagahama a   Hitachi-no-kuni (l’attuale prefettura di Ibaraki). Il corpo della nave,   descritta come 3,3 metri di altezza e 5,4 metri di larghezza, era stato   costruito da materiale simile al colore del legno di sandalo rosso e ferro ed   era dotato di finestre di vetro o cristallo. Personaggi misteriosi ed un   alfabeto sconosciuto sono stati trovati in iscrizioni all’interno della nave. A   bordo della nave alla deriva fu trovata  una donna giovane elegantemente   vestita  con un viso pallido con sopracciglia e capelli rossi , fu  stimato   essere tra i 18/ 20 anni. Fu scritto che parlava una lingua sconosciuta,   metallica , tanto che quelli che aveva incontrato non erano in grado di   determinare da dove fosse venuta. Tra le sue braccia  stringeva una semplice   cassa luminosa simil legno che sembrava essere di grande valore per lei, al   punto da non permettere a nessuno di avvicinarvisi. Il documento mostra una   porzione di testo che si trova all’interno della nave. Altri documenti del   periodo Edo descrivono le varianti dettagliate  di questo misterioso incontro.   Toen Shousetsu (1825), nel libro Kyokutei Bakin (che è più famoso per i suoi 106   volumi di epica samurai Nansou Satomi Hakkenden) racconta la storia   dell’incontro stesso, riferendosi alla strana imbarcazione come il utsuro-fune   (“nave lievitante vuota”). Un’altra variante di questo racconto appare in Ume no   Chiri (1844), scritto da un autore relativamente sconosciuto chiamato Nagahashi   Matajirou. ” Un’analisi approfondita di queste due varianti della storia si   possono trovare in un articolo tradotto da Kazuo Tanaka intitolato “Incontro   ravvicinato su una spiaggia giapponese nel 1803. Questo racconto è il secondo   ufficiale che sta riscuotendo un interesse nazionale per i sui dettagli sul   fenomeno ufo giapponese.
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Gli Anunnaki http://mondomisteri.altervista.org/blog/gli-anunnaki/ http://mondomisteri.altervista.org/blog/gli-anunnaki/#respond Thu, 20 Jan 2011 14:47:37 +0000 http://mondomisteri.altervista.org/blog/?p=863 Secondo le teorie di Sitchin, gli Anunnaki avrebbero creato l'essere umano ed edificato le prime civiltà sulla Terra. Questo popolo proverrebbe dal pianeta Nibiru che secondo alcuni dopo 3600 anni si sta riavvicinando al sistema solare.

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anunnakiAntichissime tavolette Sumere rivelerebbero l’esistenza nel nostro sistema solare di un misterioso pianeta il cui popolo  gli “Anunnaki” avrebbe creato l’essere umano ed edificato le prime civiltà sulla Terra. Nella storia dell’archeologia le presunte origini della civiltà hanno subito diversi spostamenti. Dapprima si credeva che furono i Greci a dare i natali alla nostra cultura, poi, con i rinvenimenti di età neolitica, il ruolo d’iniziatrice passò alla magnificenza egiziana. Ma tra gli studiosi aleggiava un dubbio: gli imperi di Babilonia e di Assiria, di cui si narra nell’Antico Testamento, erano precedenti all’epoca egizia? Successive scoperte indussero gli esperti a portare l’inizio della civiltà più indietro nel tempo, fino alla fondazione dell’impero Sumero: il 3.000 a.C. Bassorilievo sumero raffigurante i due “guardiani”, o Anunnaki, di fronte all’albero della vita. Ulteriori scavi riportarono alla luce migliaia di tavolette che riferiscono la storia degli “Dei” di Sumer. Gli Anunnaki (letteralmente: “Coloro che dal Cielo sono venuti sulla Terra”) sarebbero giunti sul nostro pianeta circa 450.000 anni fa in cerca di risorse minerarie ed in particolare di oro perché questo metallo, necessario per risolvere problemi concernenti l’atmosfera di Nibiru (il pianeta “dell’attraversamento”) scarseggiava. A Eridu, nel sud della Mesopotamia, gli Dei attrezzarono il primo avamposto sul pianeta Terra; l’entità denominata “Enki” era il comandante di questa spedizione. Dopo 28.000 anni giunse il fratello, Enlil e furono fondate altre città. Il comando della spedizione passò a quest’ultimo, dopo che Enki si trasferì in Africa nei pressi dell’attuale Zimbabwe, per estrarre oro dai vasti giacimenti presenti nel sottosuolo.

L’Homo Sapiens e la camera delle creazioni

Dopo un lunghissimo tempo gli Anunnaki, stanchi di continuare il pesante e gravoso incarico, decisero di elaborare una soluzione alternativa e grazie alle loro avanzate conoscenze scientifiche, 300.000 anni fa effettuarono un esperimento. Al fine di creare una razza di lavoratori, decisero di manipolare geneticamente, innestandovi il proprio DNA, una specie di ominidi allora presenti in quell’area. Tale progetto fu realizzato in collaborazione con la sposa di Enki: Ninhursag (chiamata significativamente la “Dea Madre” o la “Sapiente Mami” o anche “Signora che dà la vita”) che ritirandosi nella camera delle creazioni dopo vari tentativi mostrò tra le sue mani la nuova creatura; era stato generato l’Homo Sapiens. Al principio questo “novello schiavo” venne utilizzato nella “terra delle miniere” (in Africa), ma ben presto si richiese la sua presenza anche a Sumer. L’uomo, creato in serie dagli Anunnaki, come tutti gli ibridi, non era in grado di procreare fino a quando, ad un certo punto della storia, Enki decise di dargli questa opportunità senza l’approvazione dei suoi superiori, suscitando notevole scalpore. In questo sigillo viene rappresentata l’epica della creazione dell’uomo secondo la mitologia sumera Trascorsero gli anni e avvenne, come recita la Bibbia: “Che i figli degli Dei videro le figlie dei terrestri e presero per mogli quelle che piacquero loro più di tutte”. Enlil non apprezzò tale iniziativa e decise di sfruttare un evento di sua conoscenza per eliminare l’umanità.

Il Diluvio e la rinascita della civiltà

Gli Anunnaki sapevano che, entro un breve periodo, sulla Terra si sarebbe verificata un’immane ed inevitabile catastrofe (avvenuta all’incirca 13.000 anni fa). Tale cataclisma sarebbe stato provocato dalla notevole forza gravitazionale esercitata dalla vicinanza di Nibiru alla Terra. Senza avvertire l’uomo, gli Dei partirono sulle loro navicelle e tornarono solo quando la furia degli elementi si placò. Ma Enki, da sempre simpatizzante dell’umanità, contravvenne alla decisione progettando di salvarla attraverso una “famiglia prescelta” ed informando del pericolo un uomo, ricordato nella Bibbia con il nome di Noé. La divinità decise di fornire le informazioni necessarie alla costruzione di “un’arca” dove venissero preservate le specie terrestri dall’imminente disastro. In seguito, quando le navicelle si posarono sul monte Ararat, grande fu la sorpresa di Enlil nel constatare che alcuni uomini erano sopravvissuti all’immane evento. A quel punto, per intercessione di Enki, l’umanità fu finalmente accettata in pieno e gli Dei aprirono la Terra all’uomo. Poiché il diluvio aveva spazzato via le città, fu deciso di dare la possibilità ai terrestri di ricostruire una civiltà stabilendosi in tre zone: nella Valle del Nilo, nella bassa Mesopotamia e nella Valle dell’Indo. Una quarta area, definita sacra (termine che originariamente significava “dedicata, riservata”) e alla quale l’uomo non poteva avvicinarsi senza autorizzazione, fu lasciata agli dei. Questa regione si chiamava Tilmun (“il luogo dei missili”) e, come la traduzione letterale indica chiaramente, costituiva la nuova base spaziale, dopo che la precedente era stata cancellata dal diluvio. Numerose leggende narrano gli sforzi incessanti di alcuni valorosi per giungervi e trovare “l’albero della vita”, capace di renderli immortali. Simili testimonianze costituiscono la nutrita documentazione tramandataci dai Sumeri.

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X File Nuova Zelanda http://mondomisteri.altervista.org/blog/x-file-nuova-zelanda/ http://mondomisteri.altervista.org/blog/x-file-nuova-zelanda/#respond Sun, 26 Dec 2010 14:55:35 +0000 http://mondomisteri.altervista.org/blog/?p=868 La Nuova Zelanda ha deciso di rendere noti tutti gli X File che descrivono gli incontri ravvicinati con forme di vita da altri pianeti. (Fonte Ansa.it)

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Fonte: Ansa.it

alienipiedoniROMA – Gli alieni, almeno quelli che hanno preso contatto con la Terra, hanno   i piedi molto grandi, conoscono la sorte degli uomini, e si spostano proprio sui   noti dischi volanti. E’ quanto emerge dagli oltre 2000 documenti sugli Ufo del   ministero della Difesa della Nuova Zelanda, che ha deciso di rendere noti tutti   gli ‘X File’ che descrivono gli ‘incontri ravvicinati’ con forme di vita da   altri pianeti, in anticipo sui tempi, perché la loro pubblicazione era prevista   per il 2050.

Tra i documenti più interessanti, quello del 1978 che attirò l’attenzione   dell’allora premier Robert Muldoon, che descrive l’incontro nei cieli sopra   South Island tra un aereo cargo e migliaia di luci fortissime che nessun radar è   stato in grado di identificare. C’è anche un video che registrò l’accaduto, mai   spiegato dalle autorità nonostante le diverse inchieste aperte.

In un altro file c’è un testimone che descrive e documenta  il suo incontro   nel 1995 con un omino verde con un piede di enormi dimensioni, che gli ha   raccontato come gli uomini, dopo la morte, si trasformino in atomi di idrogeno   per 150 anni per poi diventare particelle di sodio.

Non si tratta di testimoni qualunque, ma i documenti raccolgono i racconti di   piloti dell’aviazione o personale aereo, e sono accompagnati da disegni delle   loro apparizioni.Alcuni contengono anche esempi di ‘scrittura’   aliena.

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