materia – MondoMisteri http://mondomisteri.altervista.org/blog MondoMisteri: Il portale dei misteri Wed, 06 Nov 2013 10:41:45 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.0.2 /favicon.ico materia – MondoMisteri http://mondomisteri.altervista.org/blog 32 32 Misteriosa Galassia http://mondomisteri.altervista.org/blog/misteriosa-galassia/ http://mondomisteri.altervista.org/blog/misteriosa-galassia/#respond Fri, 17 Feb 2012 15:54:53 +0000 http://mondomisteri.altervista.org/blog/?p=676 Galassia con materia oscura. Secondo i calcoli, intorno alla Via Lattea graviterebbero circa ottanta galassia nane, dette galassie satellite, e solo una porzione di queste, denominate Gruppo Locale, è visibile.

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MisteriosaGalassiaNuovi misteri arrivano direttamente dall’Universo. Sembrerebbe che da qualche parte, nella Via Lattea, si aggiri una galassia che sfugge ai telescopi poichè composta principalmente da materia oscura, componente che pervade circa il 30 per cento del cosmo ma non è in grado di interagire con la luce. A scoprirla un team di ricercatori dell’Università della California guidati da Sukanya Chakrabarti, che ha battezzato la scoperta con il nome di Galassia X.

Secondo quanto riportato dagli esperti, la Galassia X sarebbe dunque composta di materia oscura e pertanto non osservabile. Anche se, commentano gli studiosi, “la sua presenza è confermata dai modelli teorici”. Secondo i calcoli, intorno alla Via Lattea graviterebbero circa ottanta galassia nane, dette galassie satellite, e solo una porzione di queste, denominate Gruppo Locale, è visibile.

Chakrabarti ha però annunciato di aver trovato il modo per individuare la Galassia X, e i suoi ‘simili’. Secondo lo specialista l’osservazione delle galassie satellite sarebbe possibile analizzando le distorsioni nella distribuzione di gas idrogeno atomico freddo nelle galassie a spirale ai confini della Via Lattea. “Queste anomalie di gas – chiosa Chakrabarti – sono una spia del transito delle galassia satellite”.

Il segnale deriva delle “alterazioni nella distribuzione degli atomi di idrogeno che compongono i dischi di molte galassie a spirale”, e che potrebbero rivelare non solo la massa, ma anche la distanza e la posizione di una galassia satellite.

“La mia speranza è che questo metodo possa servire come uno strumento di indagine della distribuzione della massa e della materia oscura nelle galassie, nello stesso modo in cui le lenti gravitazionali sono diventate oggi uno strumento di indagine per le galassie distanti”, spiega Chakrabarti. E aggiunge: “Questo approccio ha vaste applicazioni in molti campi della fisica e dell’astronomia. Per rilevare indirettamente la materia oscura e le galassie nane dominate da materia oscura, le dinamiche planetarie, e l’evoluzione delle galassie guidata da impatti di galassie satellite”.

A fargli eco il suo collega Blitz: “Il metodo che usiamo è come determinare le dimensioni e la velocità  di una nave osservando la sua scia. Si osservano onde provenire da molte navi, ma si deve essere in grado di separare la scia di una barca di medie e piccole dimensioni da quella di una nave da crociera”.

La tecnica di Chakrabarti e Blitz si basa su osservazioni radiotelescopiche ad alta risoluzione. I dati utilizzati per testare la posizione di Galassia X provengono dal database di Hi Nearby Galaxy Survey creato grazie al Very Large Array, e dai dati ottenuti dall’Australia Telescope Compact Array.

La Galassia X risulterebbe comunque essere circa un centesimo della massa della Via Lattea e attualmente si troverebbe a circa trecento mila anni luce dal centro galattico.

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Materia Oscura http://mondomisteri.altervista.org/blog/materia-oscura/ http://mondomisteri.altervista.org/blog/materia-oscura/#respond Wed, 19 Nov 2008 10:36:19 +0000 http://mondomisteri.altervista.org/blog/?p=1516 Un team internazionale di ricercatori ha scoperto un rompicapo con eccedenza ad alta energia di elettroni che bombardano la Terra dallo spazio. La fonte di questi raggi cosmici non è nota, ma deve essere vicino al sistema solare

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materiaoscuraUn  team internazionale di ricercatori ha scoperto un rompicapo con eccedenza ad  alta energia di elettroni che bombardano la Terra dallo spazio. La fonte di  questi raggi cosmici non è nota, ma deve essere vicino al sistema solare e può  essere fatta di materia oscura. I loro risultati sono stati segnalati il 20  Novembre 2008.Se la si potesse vedere assomiglierebbe a un’immensa ragnatela che  da un capo all’altro occuperebbe una porzione di cielo di 270 milioni di anni  luce (un anno luce corrisponde a circa 9 mila miliardi di chilometri): ma  nessuno la può vedere, perché si tratta di “materia oscura”, una materia che si  sa che esiste, ma di cui non si conosce la composizione, perché risulta  invisibile a ogni tipo di lunghezza d’onda. Gli astronomi la cercano da anni, ne  ipotizzano la composizione, ma nulla al momento lascia trapelare di cosa sia  realmente fatta. E’ per questo che la sua esistenza è stata addirittura messa in  dubbio. Ma ora c’è la conferma della sua realtà.
Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Astronomy and Astrophysics da un  gruppo di ricerca canadese e francese coordinato dall’Istituto di astrofisica di  Parigi. Spiega Ludovic Van Waerbeke, dell’Università della British Columbia: “Il  risultato è senza precedenti, una pietra miliare per l’astronomia”. Avere la  certezza che esiste la materia oscura significa infatti, lavorare in una certa  direzione per comprendere la storia e il destino dell’Universo.
Ma come è possibile aver visto la “materia oscura” se questa risulta invisibile?  Gli astronomi hanno usato un trucco che offre la natura. Sfruttando la  fotocamera digitale più grande del mondo di cui è dotato il telescopio  Canada-France-Hawaii Telescope (Cfht) posto sul monte Mauna Kea nelle Hawaii, i  ricercatori hanno analizzato migliaia di immagini per individuare gli “effetti  gravitazionali” della materia oscura sulla luce visibile, un fenomeno chiamato  effetto della “lente gravitazionale debole”. In altre parole la luce che arriva  sulla Terra da galassie lontane, mentre viaggia nello spazio, è deviata dalla  “materia oscura” a causa della sua massa. Confrontando migliaia di immagini è  possibile posizionare in tal modo la sua distribuzione nello spazio e  verificarne la quantità ossia proprio la sua massa.
Con questa scoperta giunge la conferma a ciò che si ipotizzava da tempo: la  materia visibile che compone l’Universo – tutti i pianeti, le stelle e gli oltre  120 miliardi di galassie – costituiscono solo il 4%. Il resto, il 96%, non si sa  cosa sia, ci è “oscuro”. Il 70% di questa “oscurità” è “energia oscura”, il 26%  è la materia oscura di cui gli astronomi canadesi e francesi hanno scoperto  l’esistenza.
I dubbi che l’Universo non è composto solo da ciò che vediamo emersero attorno  agli anni ’70, quando gli astronomi cominciarono a notare che c’era qualcosa nel  nostro Universo che non filava esattamente con le leggi della fisica.  Scoprirono, infatti, che applicando le leggi della forza di gravità note fino ad  allora, le galassie a spirali, quelle cioè che hanno forma come la Via Lattea,  avrebbero dovuto ruotare a una velocità tale che si sarebbero dovute sbriciolare  già da tempo, spargendo le stelle per ogni dove. Se si considerano, infatti, gli  astri che stanno nelle parti più esterne delle galassie, che si muovono a una  velocità di circa 150-200 chilometri al secondo, e si ipotizza che le galassie  stesse siano composte solo dalla materia che vediamo, le stelle in questione le  avrebbero già dovute abbandonare da tempo. La loro forza centrifuga, infatti,  avrebbe dovuto prendere il sopravvento sulla gravità. Ma questo non succede.
Così gli astronomi si chiesero se c’era qualcosa che impediva al fenomeno di  verificarsi, un qualcosa che tratteneva la materia visibile impedendole di  allontanarsi. Fu così che riscoprirono quanto aveva già ipotizzato nel 1933  l’astronomo Fritz Zwicky. Questi, studiando il comportamento degli ammassi di  galassie della Vergine e della Chioma, ipotizzò che per spiegare i movimenti  delle stelle che si vedevano vi doveva essere 400 volte più materia rispetto a  quella che si poteva desumere dalla luce delle stelle visibili. Zwicky chiamò  quella massa mancante “materia oscura” e nessuna definizione poteva calzare  meglio di quella.
Ma la domanda d’obbligo con le quali si scontrano gli astronomi è ovvia: cos’è  questa materia oscura e quanta ce n’è in più rispetto alla materia visibile? Le  ipotesi si sprecano anche se molte si stanno perdendo per strada, lasciando  spazio soprattutto a quelle che vogliono la “materia oscura” composta da  “assioni” o da “neutralini”, particelle subatomiche la cui esistenza è ancora  tutta da dimostrare.
Altre ipotesi sostengono che, almeno in parte, la materia oscura potrebbe essere  costituita da “nane brune”, ossia stelle mai nate per la ridotta quantità di  idrogeno di cui sono composte che ha impedito l’innesco delle reazioni nucleari.
Sulla quantità di “materia oscura” è importante conoscere il valore assoluto  perché esso potrebbe aiutarci a capire il destino dell’Universo. Ce n’è così  tanta da impedire che esso si espanda per sempre e lo faccia ricadere su se  stesso o ce n’è solo al punto tale da rallentare semplicemente l’espansione, ma  da permettergli di espandersi per sempre? Secondo le teorie che ci raccontano  come si è formato l’Universo dal Big Bang e qual è la sua struttura a grande  scala la “materia oscura” e la materia visibile ne devono costituire il 30%  circa. E il rimanente 70%? Il resto sarebbe l'”energia oscura” che permea  l’Universo. Ma questa è un’altra storia.

 

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