Secondo quanto riportato dagli esperti, la Galassia X sarebbe dunque composta di materia oscura e pertanto non osservabile. Anche se, commentano gli studiosi, “la sua presenza è confermata dai modelli teorici”. Secondo i calcoli, intorno alla Via Lattea graviterebbero circa ottanta galassia nane, dette galassie satellite, e solo una porzione di queste, denominate Gruppo Locale, è visibile.
Chakrabarti ha però annunciato di aver trovato il modo per individuare la Galassia X, e i suoi ‘simili’. Secondo lo specialista l’osservazione delle galassie satellite sarebbe possibile analizzando le distorsioni nella distribuzione di gas idrogeno atomico freddo nelle galassie a spirale ai confini della Via Lattea. “Queste anomalie di gas – chiosa Chakrabarti – sono una spia del transito delle galassia satellite”.
Il segnale deriva delle “alterazioni nella distribuzione degli atomi di idrogeno che compongono i dischi di molte galassie a spirale”, e che potrebbero rivelare non solo la massa, ma anche la distanza e la posizione di una galassia satellite.
“La mia speranza è che questo metodo possa servire come uno strumento di indagine della distribuzione della massa e della materia oscura nelle galassie, nello stesso modo in cui le lenti gravitazionali sono diventate oggi uno strumento di indagine per le galassie distanti”, spiega Chakrabarti. E aggiunge: “Questo approccio ha vaste applicazioni in molti campi della fisica e dell’astronomia. Per rilevare indirettamente la materia oscura e le galassie nane dominate da materia oscura, le dinamiche planetarie, e l’evoluzione delle galassie guidata da impatti di galassie satellite”.
A fargli eco il suo collega Blitz: “Il metodo che usiamo è come determinare le dimensioni e la velocità di una nave osservando la sua scia. Si osservano onde provenire da molte navi, ma si deve essere in grado di separare la scia di una barca di medie e piccole dimensioni da quella di una nave da crociera”.
La tecnica di Chakrabarti e Blitz si basa su osservazioni radiotelescopiche ad alta risoluzione. I dati utilizzati per testare la posizione di Galassia X provengono dal database di Hi Nearby Galaxy Survey creato grazie al Very Large Array, e dai dati ottenuti dall’Australia Telescope Compact Array.
La Galassia X risulterebbe comunque essere circa un centesimo della massa della Via Lattea e attualmente si troverebbe a circa trecento mila anni luce dal centro galattico.