Se era così, era legittimo pensare che si volesse allora trasmettere un qualche messaggio codificato. Ad un attento studio mi accorsi che gli arpioni e i remi presentavano nella raffigurazione una distribuzione tale da riprodurre proprio le tre piramidi di Giza: Cheope, Chefren e Micerino. Calcolando l’angolo dalla punta della piramide principale scoprii poi con stupore che aveva 76° gradi: non certo casualmente, proprio gli stessi che troviamo nella punta della piramide di Cheope. Di più, le basi delle tre piramidi erano accomunate dalla stessa linea. Questa linea la considerai “misteriosa” perché con i riferimenti in questione non poteva certo essere normalmente e tranquillamente tracciata a quei tempi, in quanto l’ispettore avrebbe potuto pagare con la vita la anche soltanto indiretta divulgazione di conoscenze segrete. Ma forse può anche darsi che il nostro furbo ispettore avesse appositamente sepolto nella sabbia il tutto lasciando così che la linea potesse essere intravista solo dopo la sua morte. Presto scoprii che l’ispettore delle piramidi Ti (che era anche sovrintendente dei Profeti) aveva trasmesso il suo messaggio attraverso il sistema dei tre punti collineari.
Quest’ultimo consiste nel collegare almeno tre elementi logici sulla stessa linea per condurre poi passo passo i destinatari del suo ragionamento a capire quanto si vuole esprimere. In natura non esistono mai tre punti collineari di tre oggetti dovuti al caso (per non parlare di cinque, sette o più ancora). Solo un’intelligenza che vuole comunicare qualcosa di specifico mette i punti in tale ordine per attirare l’attenzione e condurci così lungo il proprio “filo logico”. In tal modo, proseguendo in quello che ritenevo il ragionamento dell’ispettore Ti, sono arrivato al suo apparente messaggio nascosto, consistente nel portare l’osservatore verso le stanze segrete della piramide di Cheope. In base a varie triangolazioni geometricomatematiche condotte sulla sua “Mappa Segreta” dietro la scena di caccia ho poi scoperto possibili corrispondenze a diverse stanze nella Grande Piramide. Questi spazi sono ancora impenetrabili per noi ma la loro collocazione precisa in conformità alla “Mappa” da me redatta dovrebbe permettere di individuarli in un prossimo futuro. Lo spazio che mi ha incuriosito di più era quello individuato verso la fine del condotto di (presunta) aerazione che parte dalla Camera della Regina. Perché? Semplice. Si tratta dell’unico abbordabile, per il fatto che ci si arriva attraverso il canale. Questa scoperta io l’ho effettuata già nel 1989, cioè quattro anni prima che Gantenbrink la dichiarasse. Si ringrazia Vasile Droj per l’articolo.